Tumore del colon, la prevenzione per i familiari
Un progetto di ricerca che, per la prima volta, propone sistematicamente la colonscopia a una popolazione che ha un rischio aumentato di cancro colo-rettale per familiarità, insieme all’identificazione dei casi a predisposizione ereditaria. Il dott. Luigi Laghi ed il prof. Alberto Malesci spiegano lo studio sostenuto con i fondi del 5×1000.
Nel cancro del colon retto la prevenzione è fondamentale, dato che questo tumore si sviluppa a partire da polipi benigni dell’intestino, che possono degenerare in cancro nel corso di anni. Le persone che hanno un familiare di primo grado (genitore, fratello o sorella, figlio) affetto da cancro del colon presentano un rischio di ammalarsi doppio rispetto alla popolazione generale. Nonostante ciò, mentre esistono programmi di screening rivolti alla popolazione generale, lo screening di persone ad alto rischio per familiarità non è ancora stato affrontato sistematicamente. Inoltre, viene spesso trascurata la possibilità che vi sia una predisposizione ereditaria alla malattia, evenienza che si verifica in circa il 5% dei pazienti con cancro del colon-retto. Per questi è inappropriato parlare di familiarità, trattandosi di ereditarietà vera e propria. Il progetto tende quindi a differenziare i casi ereditari da quelli familiari, e ad offrire quindi screening adeguati.
“Il progetto di ricerca sostenuto con i fondi del 5×1000 – spiega il dottor Luigi Laghi, specialista dell’Unità Operativa di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva di Humanitas – offre sistematicamente la colonscopia di screening ai familiari di primo grado dei pazienti operati per cancro del colon. Questo, dopo aver effettuato una valutazione sulla possibile predisposizione ereditaria che consente di mappare adeguatamente le diverse forme ereditarie, così da poter adeguare la prevenzione al rischio crescente”.
“Il tumore del colon-retto è una patologia ad alta incidenza e in crescita – spiega l’ideatore dello studio, il prof. Alberto Malesci, responsabile del Dipartimento di Gastroenterologia di Humanitas -. Solo in Italia, dove rappresenta la seconda causa di morte per neoplasia nell’insieme dei due sessi, si registrano 30 mila nuovi casi all’anno, circa 20 ogni 100 mila persone. Fra i Paesi industrializzati, l’Italia rimane comunque uno dei meno colpiti”. Questo vantaggio potrebbe dipendere dalla nostra dieta, relativamente povera di grassi: l’associazione tra questo tumore e un’alimentazione ricca di grassi è infatti ormai ben documentata. Nonostante l’aumento della sua incidenza, il tumore del colon-retto è una malattia oggi curabile nella gran parte dei casi. Ai fini della possibile guarigione gioca un ruolo importantissimo la diagnosi precoce: prima viene individuato il tumore, più alta è la sua percentuale di guaribilità. Di qui l’importanza dello screening, che negli ultimi 15 anni si è dimostrato capace di ridurre la mortalità legata a questa patologia. “Fra la presenza di una lesione precancerosa (i cosiddetti polipi o adenomi) e lo sviluppo del tumore del colon-retto – prosegue il professor Malesci – vi è generalmente un’ampia finestra temporale: parliamo di anni, in cui è possibile intervenire efficacemente per eliminare la lesione pre-cancerosa prevenendo così l’insorgenza del cancro propriamente detto. Un semplice esame endoscopico come la colonscopia permette non solo di individuare i polipi ma anche di rimuoverli, abbattendo così il rischio di trasformazione in tumore”.
Il progetto di ricerca sostenuto con i fondi del 5×1000 si rivolge ai familiari di primo grado (di età compresa fra 40 e 70 anni) di pazienti affetti da cancro del colon-retto diagnosticato nei 6 mesi precedenti. Queste persone infatti hanno un rischio di sviluppare la malattia superiore di 2-3 volte rispetto alla popolazione generale. “L’obiettivo dello studio – conclude il dott. Laghi – è duplice. Da una parte offrire la colonscopia di screening nei familiari di primo grado di pazienti con cancro colorettale. Dall’altra parte, valutare il rischio di predisposizione ereditaria in soggetti con importate aggregazione familiare, prima di parlare di semplice familiarità”.