Ictus e infarto: nuovi marcatori predittivi. Al cuore della prevenzione
Prevedere ictus e infarti grazie all’identificazione di nuovi biomarcatori è l’obiettivo del progetto di un team di ricercatori guidato dal Dr. Giulio Stefanini, specialista dell’Unità Operativa di Cardiologia Clinica e Interventistica di Humanitas.
Un lavoro finalizzato alla prevenzione per identificare quei pazienti a più alto rischio su cui intervenire rapidamente con strategie di profilassi su infarto e ictus o trattamenti clinici più intensivi.
Il progetto è stato avviato ed è in cantiere la costituzione di una biobanca, forse la fase più ardua dell’intero progetto.
E’ in corso il reclutamento di pazienti sottoposti a intervento di rivascolarizzazione coronarica. Tuttavia sarà necessario attendere per avere informazioni complete. I malati presi in esame hanno un’alta probabilità di essere colpiti da evento coronarico avverso, ictus o infarto, o di essere sottoposti a un nuovo intervento di rivascolarizzazione nei 6-12 mesi successivi all’intervento iniziale.
I dati preliminari disponibili, che permettono l’identificazione dei biomarcatori potenzialmente responsabili di questi eventi ischemici, saranno verificati sui pazienti reclutati.
Incrociando i dati ottenuti sarà possibile valutare quali biomarcatori sono associati a un rischio maggiore.
I biomarcatori principalmente utilizzati sono i microRNA: piccoli elementi cellulari, circolanti nel sangue, scoperti da poco e associati all’insorgenza di malattie cardiovascolari.
I pazienti che hanno subito un intervento di rivascolarizzazione coronarica per ripristinare l’irrorazione di sangue nell’arteria colpita sono fondamentali per la fase di prevenzione secondaria: sono, per definizione, ad alto rischio.
Questo però non preclude la possibilità di verificare se questi stessi biomarcatori siano utilizzabili anche su altri pazienti.
Dr. Giulio Stefanini, Assistente
Cardiologia Clinica e Interventistica