CURE SEMPRE PIÚ MIRATE E SELETTIVE PER I TUMORI NEUROENDOCRINI
L’obiettivo alla base dello studio condotto dal Laboratorio di Endocrinologia cellulare e molecolare di Humanitas sui pazienti colpiti da tumori neuroendocrini del tratto gastroenteropancreatico, è duplice. Da una parte le ricerche mirano a identificare quei parametri che consentono di capire quali pazienti rispondono meglio al trattamento con analoghi della somatostatina e, dall’altra parte, a identificare i meccanismi responsabili della resistenza a tali farmaci. Ecco come vengono curati questi tumori e a che punto sono le ricerche.
I tumori neuroendocrini del tratto gastroenteropancreatico (TNE-GEP) sono considerati neoplasie rare. Oggi, tuttavia, i casi sembrano essere in progressivo e costante aumento, sia per il miglioramento delle tecniche diagnostiche sia per un effettivo incremento della loro incidenza. Il quadro clinico può essere molto variabile. I TNE-GEP sono spesso asintomatici e si rendono evidenti solo per un effetto massa o per il casuale riscontro di metastasi. Per localizzare questi tumori e valutarne le dimensioni e l’eventuale presenza di metastasi ci si avvale sia di metodiche radiologiche tradizionali (RMN, TAC, ecoendoscopia), sia della Medicina Nucleare, utilizzando marcatori per i recettori della somatostatina (PET TC 68Ga-DOTANOC), presenti sulle cellule tumorali, dei quali sono noti 5 diversi sottotipi.
“In genere, questi tumori vengono trattati chirurgicamente – spiega il dott. Andrea Lania, responsabile dell’Unità Operativa di Endocrinologia di Humanitas -. Tuttavia, nei casi in cui l’estensione della malattia sia tale da impedire un intervento radicale è indicato l’utilizzo di analoghi della somatostatina, farmaci a lunga durata d’azione, efficaci in particolare laddove si sia riscontrata una positività ai ricettori della somatostatina mediante tecniche di Medicina Nucleare (PET TC 68Ga-DOTANOC). Questo tipo di farmaci risulta efficacie nel controllo sia della crescita tumorale sia di una eventuale, eccessiva, secrezione ormonale. I pazienti affetti da un tumore neuroendocrino del tratto gastroenteropancreatico possono essere sottoposti anche a terapia radio-recettoriale, che prevede la somministrazione di un analogo della somatostatina legato ad una sostanza radioattiva che si lega ai recettori della somatostatina, presenti nelle cellule tumorali, determinandone la distruzione. La chemioterapia è indicata, invece, nei casi in cui il tumore si accresca nonostante il trattamento con analoghi della somatostatina, o nei casi in cui si caratterizzi per una rapida evolutività”.
Lo studio, condotto dalla dott.ssa Valeria Cambiaghi, ricercatrice del Laboratorio di Endocrinologia Cellulare e Molecolare diretto dal dott. Lania, si avvale della collaborazione con l’Unità Operativa di Endocrinologia e Diabetologia della Fondazione IRCCS Ca’ Granda Policlinico di Milano. Obiettivo, identificare i meccanismi coinvolti nella mediazione degli effetti antitumorali degli analoghi della somatostatina nelle cellule NET. “In una percentuale significativa di pazienti con NET – spiega la dott.ssa Cambiaghi – gli analoghi della somatostatina si dimostrano inefficaci nel controllare la malattia nonostante la presenza degli specifici recettori. Stiamo quindi approfondendo in vitro i meccanismi molecolari attivati da tali farmaci e, in particolare, stiamo conducendo studi di mutagenesi al fine di identificare quali regioni dei recettori della somatostatina siano necessarie per ottenere un adeguato controllo della crescita tumorale e dell’eventuale ipersecrezione ormonale. L’obiettivo iniziale è fornire al clinico gli strumenti necessari all’identificazione di quei pazienti che meglio risponderanno al trattamento con analoghi della somatostatina”.
Pochi sono i centri che svolgono questo genere di attività e proprio per questo è importante continuare a stabilire reti di collaborazione per rendere più rapido il processo di studio. Grazie al generoso supporto di un donatore della Fondazione Humanitas per la Ricerca, che per il secondo anno consecutivo sostiene questo progetto, è possibile continuare a portare avanti le ricerche ed individuare terapie sempre più mirate ed efficaci per la cura dei tumori neuroendocrini.